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Jan 1970

Intelligenza? Una sola?

Febbraio 22, 2018 apprendimento, bambini, bambino, classe, cognitivo-comportamentale, comportamenti, concentrazione, creatività, dettato, diagnosi, difficoltà, discalculia, disgrafia, dislessia, disortografia, disturbi specifici dell'apprendimento, dsa, dsa parma, educazione, emozioni, insegnanti, lettura, libri, materiali, mente del bambino, pedagogia, potenziamento, psicologia, scoperta del bambino, scuola, Senza categoria, studiare, sviluppo, testi per ragazzi , , , , , , , , , , , , , , ,

In ambito psicologico la concezione d’intelligenza si è evoluta nel tempo, passando da una concezione statica e generale dell’intelligenza ad una concezione complessa, composta da diverse componenti o moduli ossia aree e funzioni del cervello relativamente indipendenti le une dalle altre. A tale riguardo Howard Gardner, psicologo statunitense, nel 1983 ha creato la “teoria delle Continue Reading…

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Jan 1970

#lunedìlibro

Febbraio 19, 2018 0-3, ansia, apprendimento, avventura, bambini, bambino, cesto dei tesori, cognitivo-comportamentale, colori, comportamenti, concentrazione, creatività, difficoltà, dipingereemotività, dislessia, disturbi specifici dell'apprendimento, dsa, dsa parma, educazione, emozioni, lettura, libri, mandala, maria montessori, materiali, meditazione, mente del bambino, montessori, neonato, pedagogia, potenziamento, psicologia, regali, rilassamento, scoperta del bambino, scuola, Senza categoria, sviluppo, testi per ragazzi , , , , , , , , , , , , , , , , ,

Le mie due case di Melanie Walsh Casa ed. MottaJunior Età: dai 3 anni ”La mia mamma e il mio papà non abitano più insieme così io vivo a volte con la mia mamma e a volte con il mio papà” dice la piccola protagonista di questo libro. Melanie Walsh, autrice e illustratrice inglese di Continue Reading…

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Jan 1970

Il Piccolo Nicolas e i suoi genitori

Febbraio 12, 2018 apprendimento, dislessia, dsa, dsa parma, educazione, pedagogia, psicologia, scuola, sviluppo , , , , , , , , , , , , ,

Film del 2009

di Laurent Tirard

 

Nicolas è un bambino di 8 anni felice, pieno di amici con cui si diverte e amato dai suoi genitori. Una mattina a scuola scopre che un compagno di classe ha avuto un fratellino, i racconti non sono dei migliori: i genitori dedicano solo a lui le attenzioni, dovrà dividere la stanza con lui e soprattutto i giochi!

Pochi giorni dopo Nicolas, fraintendendo una conversazione tra i suoi genitori, capisce che presto anche lui avrà un nuovo fratellino. Temendo l’arrivo di un guastafeste e credendo (sempre a causa di un’origliata rubata durante una discussione) che i genitori lo vogliano abbandonare come Pollicino nel bosco fuori dal paese, decide di chiamare in aiuto i compagni di classe.

Insieme escogitano espedienti “fantasiosi” per sbarazzarsi di questo fratellino indesiderato, ma ogni maldestro tentativo fallisce! Ormai rassegnato Nicolas incontra per strada il compagno che porta a spasso il fratellino nella carrozzina, ma c’è una sorpresa: il bambino racconta di quanto fantastico sia avere un fratello di cui occuparsi, la sua vita è più bella di prima.

Finalmente Nicolas è pronto, non vede l’ora di conoscere il nascituro. Il problema? La mamma non è incinta, ma rimedierà poche settimane dopo. Emozionato, il giorno della nascita il nostro Nicolas fantastica su quante cose potrà fare con il fratello: andare in bici, giocare a calcio, correre insieme… ma nascerà una sorellina!!

Anche quando tutto sembra andare storto, ci sono colpi di scena positivi: prendendo in giro la sorella, Nicolas scopre cosa vuole fare da grande, il comico!

 

Questo film racconta di amicizia vera, di avventure rocambolesche e della scuola elementare. Molte scene si svolgono in classe, mostrando gioie e dolori dell’apprendimento e delle dinamiche tra compagni di classe (c’è il secchione, c’è quello bravo negli sport, c’è il bulletto…).

Interessante è anche la figura di Clotaire che ci mostra quanto possa risultar difficile per un bambino dislessico recuperare l’informazione presente in memoria, anche quando la domanda sembra apparentemente facile! Nel film non si parla mai di dislessia, ma mostra come a volte può funzionare la mente di chi ha più difficoltà.

Prima la maestra e poi il Ministro porgono a Clotaire la stessa (ed apparentemente facile) domanda “Quale fiume attraversa Parigi?”.

Nel primo spezzone di film si può vedere come la maestra, sapendo che il bambino è intelligente e preparato nonostante la scena muta, aiuta a rievocare l’esperienza direttamente vissuta per ottenere la risposta corretta (“Non sei stato sul Bateu-Mouche con i tuoi genitori? Dove naviga?).

Nella seconda scena, alla domanda, veniamo proiettati direttamente nella testa di Clotaire in cui si può vedere la fatica e lo sforzo che il bambino compie per trovare, raccogliere e manifestare la risposta.

https://www.youtube.com/watch?v=YWPwpYA9VBA

Consigliamo a tutti questo film divertente e delicato che mostra, in modo indiretto, che le difficoltà si possono affrontare e superare!

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Jan 1970

BABIES

Febbraio 8, 2018 apprendimento, educazione, montessori, pedagogia, psicologia, sviluppo , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

BABIES

Di Thomas Balmes (2010)

 

Babies è un film-documentario in cui è possibile seguire il percorso, dalla nascita fino al compimento del primo anno d’età, di quattro bambini nati in quattro differenti angoli del mondo.

I bambini verranno seguiti giorno dopo giorno così da poter scoprire insieme a loro il mondo circostante e il piacere della crescita.

  1. Ponijao è un bimbo africano (Namibia),
  2. Byarjargal è un bambino nato in Mongolia (Byanchandmani),
  3. Mari è una bambina giapponese (Tokyo),
  4. Hattie è una bambina americana (San Francisco).

La particolarità del documentario risiede nell’osservazione di differenti culture (anche molto distanti) per arrivare poi a punti comuni a tutti i bambini, indipendentemente dal luogo di nascita e crescita.

 

La cultura africana si mostra come incentrata sulla libertà e il contatto con la natura. Il bambino è quasi nudo, cresce insieme ad un gruppo di pari a contatto con la natura e gli animali. È libero di toccare, assaggiare, leccare e muoversi come i suoi sensi desiderano. Non sembrano presenti punizioni, ma ogni azione permette al piccolo di scoprire il mondo, nel bene e nel male. Il caregiver del bambino è in modo totalizzante la madre, i cui seni risultano essere la fonte principale del benessere fisico e psichico del bimbo.

Nella cultura asiatica (nello specifico mongola) il bambino trascorre la maggior parte del tempo stretto in fasce, colpisce l’immobilità (tipica anche dei neonati italiani di metà del 900). Anche i contatti fisici e le interazioni con la madre risultano poco frequenti, anche per le incombenze lavorative di queste ultime che, dovendo lavorare per sopravvivere, lasciano i bambini in situazioni sicure ma isolati. Forte e centrale risulta essere la presenza degli animali nella vita dei bambini.

Tra la cultura americana e quella giapponese si possono individuare punti comuni: si alternano momenti di libertà di movimento del neonato a momenti più statici; il bambino viene immerso da subito nella realtà sociale e relazionale. Gravidanza e attenzione per le cure mediche sono presenti in entrambe le culture, così come la presenza di giochi ed attività strutturate e organizzate. Non sono solo i genitori (soprattutto per la cultura americana) ad occuparsi del neonato, ma anche il resto della famiglia e amici.

Comune ad ogni bambino risultano essere differenti caratteristiche:

  • La voglia di scoprire il mondo con ogni senso,
  • Il piacere di sperimentare nuove abilità e la frustrazione di non riuscire in un compito,
  • Le evoluzioni che portano il bambino a camminare (strisciare, gattonare e i tentativi di alzarsi in piedi sulle gambe).

Il documentario non vuole creare un paragone o un giudizio sulla qualità della maternità di queste culture, ma mostrare stili educativi differenti (non circa il valore). Molte mamme europee potranno raggelarsi vedendo la totale libertà del bambino africano mentre inserisce entrambe le mani nella bocca di un cane grande il doppio di lui!

Dei quattro bambini quello che colpisce è la felicità e il senso di sorpresa nell’esplorare l’ambiente, non si può indicare “il più felice” proprio perché non esiste uno stile educativo superiore all’altro. Esistono bambini che, in un modo o in un altro, riescono a raggiungere comuni tappe di sviluppo.

Strade diverse che portano però ad una comune abilità!!

 

Per vedere il trailer del film: https://www.youtube.com/watch?v=vB36k0hGxDM

 

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Jan 1970

#lunedìlibro

Febbraio 5, 2018 apprendimento, educazione, pedagogia, psicologia, scuola, sviluppo , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

Pensieri favolosi, come trasformare le emozioni negative in emozioni positive di Roberta Verità Età: bambini ed adulti   Questo libro non è rivolto solo ai più piccoli, ma i genitori, leggendo le favole insieme a loro, possono riflettere sulle emozioni e la loro gestione. Vengono affrontate tematiche che possiamo incontrare quotidianamente ed i protagonisti sono Continue Reading…