Da 10 anni a questa parte il termine “mappe” è entrato sempre di più nel nostro gergo. Dal significato prettamente geografico, si è passati ad un significato “pratico-cognitivo” poiché il loro obbiettivo risulta essere quello di dare un ordine logico e mettere su carta le connessioni del pensiero.
Fin dai primi anni della scuola primaria le mappe acquistano il valore di strumenti utili per poter schematizzare, organizzare ed esprimere il pensiero.
Spesso, all’interno della scuola si pensa che le mappe cognitive siano uno strumento utile solo per gli studenti con difficoltà o disturbi d’apprendimento. Non vengono considerate quindi un complesso processo di costruzione ed elaborazione del pensiero che porta gli alunni a produrre un “oggetto del pensiero”, ma vengono viste come uno strumento che facilita l’esposizione orale per chi ha difficoltà.
Onde evitare che le mappe cognitive diventino uno strumento, la cui utilità venga sperimentata e circoscritta solo a studenti con difficoltà, meglio abituare gli studenti di ogni ordine e grado a sperimentarsi nell’ organizzazione e nella descrizione del proprio pensiero, in modo tale che il recupero e l’arricchimento delle informazioni risulti più facile ai fini dell’esposizioni orale.
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