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Jan 1970

“Lo voglio subito! Non voglio aspettare… “

Marzo 1, 2018 apprendimento, bambini, bambino, classe, cognitivo-comportamentale, comportamenti, concentrazione, educazione, insegnanti, mente del bambino, pedagogia, psicologia, scuola

Alzare la mano ed attendere il proprio turno per la parola, aspettare in fila prima che tocchi a te, aspettare il tempo necessario per poter avere ciò che si desidera, è solo una piccola serie delle cose che ci vengono richieste durante la giornata ed alle volte è difficile aspettare, sia per noi adulti, ma soprattutto per i bambini.

Ma noi adulti come l’abbiamo imparato? E soprattutto quando?

Il bambino vive in un ambiente dove a volte tutto è immediatamente e sempre accessibile, ma allo stesso tempo deve saper attendere. Com’è possibile? Quali occasioni offriamo ai bambini per imparare ad attendere?


Educare all’attesa significa educare all’ autocontrollo (capacità di gestire le nostre emozioni, specialmente quelle forti come la rabbia, paura, etc…) al rispetto degli altri, alla comprensione dei bisogni altrui e per farlo, dobbiamo ripensare all’ambiente in cui i bambini trascorrono del tempo e noi facciamo parte di quell’ambiente. Ecco alcuni consigli che ci possono essere utili..

 

 

1) Mandare messaggi chiari al bambino:

Il bambino non ha chiara la sequenza delle azioni che devono accadere o del tempo che deve passare prima che tocchi a lui a parlare o prima che possa assaggiare quel buonissimo dolce cucinato dalla mamma, quindi potrebbe essere utile scandire bene le parole delle azioni che devono accadere prima che si possa fare qualcosa, numerarle se è il caso e ripetere la sequenza al bisogno anche con l’aiuto del bambino (“ok Luigi, prima che tu possa aprire i regali di Natale dobbiamo mangiare la frutta e sparecchiare la tavola.. due cose.. mi aiuti a portare la frutta in tavola? così facciamo anche prima!!”);

2) Utilizzare un promemoria visivo:

Almeno inizialmente potrebbe essere utile utilizzare  un foglio dove si fa un check alle azioni che sono state effettuate o il tempo che è passato prima di arrivare al tanto agognato  turno o prima di arrivare ad una meta (Alfredo continua a chiedere insistentemente alla madre quando si arriva a Bologna (meta del loro weekend) la mamma prepara un foglio con 5 caselline e dice ad Alfredo che ci vogliono 5 caselline per arrivare a Bologna ed ogni casellina si riempirà al suono del timer (ogni 20 minuti);

3) Fare esercizi con tempi d’attesa gradualmente sempre più lunghi:

Nel caso dei tempi d’attesa potrebbe essere utile far fare esercizi al bambino con tempi di attesa gradualmente sempre più lunghi. Inizialmente si può integrare la procedura con un supporto visivo o/e con un timer, per far capire meglio il tempo che passa e poi pian piano lasciare solo il messaggio verbale quando vediamo che il bambino si comporta adeguatamente;

4) Mostrare con regolarità la regola affinchè il bambino la richiami in memoria:

Per esempio ogni mattina in classe si ripassano le regole di comportamento tra compagni (Si alza la mano prima di parlare, Si chiede un gioco con il per favore al compagno, si aspetta il proprio turno nella fila del bagno etc..). Cerchiamo di correggere il bambino quando non emette il comportamento richiesto, ma anche di fornirgli sempre un modello positivo di comportamento grazie alla regola prima che ci siano occasioni di emissione del comportamento, affinchè sappia qual è il comportamento corretto da emettere.

Non è facile sopportare quel continuo “…siamo arrivati?” oppure “…possiamo aprire i regali?” oppure “…ma non tocca mai a me?”.. almeno una volta ci sarà capitato di sentire una di queste frasi, se abbiamo avuto a che fare con bambini (alle volte anche con grandi). Per questo, abbiamo pensato di fornirvi alcune strategie utili a mantenere per più tempo la pazienza, per grandi e piccini.

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