Luca ha finito l'esercizio di matematica e la mamma gli dice “ottimo lavoro Luca! ti ho visto molto concentrato durante l'esercizio”, Luca sorride compiaciuto.
Questo è un chiaro esempio di rinforzo. La mamma con i suoi complimenti al lavoro svolto da Luca fa si che Luca aumenti la frequenza di esecuzione del comportamento emesso durante l'esercizio di matematica.
Ciò che comunemente viene chiamato "rinforzo", non è altro che l'azione di aumentare la frequenza di un comportamento. Il rinforzatore in questo caso sono i “complimenti” che la mamma fa a Luca rispetto all'esecuzione dei compiti di matematica.
Il rinforzatore segue in modo immediato il comportamento emesso, in modo che il bambino capisca che è quel comportamento ad essere premiato e non un altro.
La prossima volta che Luca si dovesse trovare di fronte ad un esercizio di matematica è più probabile che emetterà un comportamento “on task” rispetto al compito richiesto piuttosto che un comportamento distratto.
Esistono rinforzatori di molti tipi e a parte alcuni “universali” sono diversi per ognuno di noi, perchè ognuno di noi ha la propria storia e la propria storia anche di apprendimenti sia scolastici che non.
Se ciò che riteniamo sia un rinforzatore (per esempio dare un cioccolatino quando il bambino ha finito i 3 esercizi di compito) non aumenta la frequenza del comportamento finire gli esercizi in maniera accurata e veloce, ci stiamo sbagliando, quello non è un rinforzatore, dobbiamo trovarne un altro (che sia un'attività, piuttosto che una piccola ricompensa materiale)!
Quindi, il mezzo sicuro per capire se siamo di fronte ad un rinforzatore per il bambino è vedere se aumenta l'amissione del comportamento antecedente, altrimenti desistiamo nel proporlo.
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