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Autismo: l’importanza dell’intervento psicoeducativo e di una rete di supporto

Novembre 8, 2018 Senza categoria , , , , ,

Ricevere una diagnosi di autismo è qualcosa che determina una crisi mista a liberazione per la famiglia che la riceve, successivamente però il percorso per la famiglia non è semplice, anche il raccontarlo al resto della famiglia potrebbe essere difficoltoso e creare molto disagio..

Parlare con Psicologi per avere maggiori informazioni sulla diagnosi e con altri genitori potrebbe essere molto utile. I genitori che apprendono la nuova diagnosi possono a volte sentirsi sopraffatti e soli. Il Dr. Silverman dice che una delle cose più importanti, oltre ad avere un buon trattamento informativo, è di trascorrere tempo con altri genitori con bisogni speciali. “Essere in compagnia di altri genitori può far sentire più forti piuttosto che soli e isolati. È importante avere persone che capiscono,” dice.” così possono dire “Qualcuno lo ha detto anche a me ed è così frustrante perché non va come dovrebbe.. ”

Anche intraprendere un percorso psicoeducativo comportamentale, per incrementare comportamenti socialmente adatti e ridurre i comportamenti disfunzionali è una strategia molto utile per aiutare il bambino e la famiglia stessa a gestirlo. Il vedere miglioramenti nel bambino da speranza alla famiglia, motiva e rincuora rispetto al margine di miglioramento che ci può essere.

Come riferito da Cooper, Heron, e Heward (2007), l’ABA è la scienza che applica al comportamento umano i principi identificati dall’Analisi del Comportamento, allo scopo di affrontare problemi socialmente rilevanti nel contesto della vita quotidiana. Uno degli scopi principali del metodo ABA è far in modo che la dimostrazione dell’efficacia delle procedure utilizzate per generare il cambiamento avvenga tramite il metodo scientifico.

Applicazioni di successo di questo metodo sono state documentate in diversi soggetti che vanno da quelli gravemente disabili a quelli molto intelligenti, sia giovanissimi che anziani, sia in programmi istituzionali controllati sia in situazioni di gruppo meno strutturate. La gamma dei comportamenti studiati va dalle semplici abilità motorie fino alla soluzione di problemi complessi. Le aree in cui questo tipo di interventi sono maggiormente utilizzati sono l’educazione, il servizio sociale, l’assistenza, la psicologia clinica, la psichiatria, la psicologia di comunità, la medicina, la riabilitazione, gli affari, la gestione aziendale e lo sport (Martin & Pear, 2000).
Ma il campo in cui si è mostrata una più significativa crescita e applicazione è quello riguardante i bambini con disturbo dello spettro dell’ autismo 
(Viruès-Ortega, 2010).

La prima applicazione del metodo ABA in soggetti autistici risale al 1960 per opera di Lovaas, che mise in atto interventi per diminuire gravi comportamenti problematici e stabilire un linguaggio comunicativo (Smith & Eikeseth, 2011). Da qui si aprì la strada a una grande quantità di ricerche che portò all’applicazione sistematica ed intensiva dei principi comportamentali di base e all’uso di tecniche e procedure che diedero vita ad un modello di intervento estremamente efficace su questa popolazione di soggetti, l’intervento comportamentale intensivo precoce (EIBI, Early Intensive Behavioural Intervention).

Dopo la diagnosi, riuscire a crearsi una rete di supporto formata da specialisti e famiglie che si trovano ad affrontare problematiche simili è dimostrato essere un fattore di protezione per i familiari coinvolti in questo momento di crisi post-diagnosi. Intraprendere inoltre un intervento psicoeducativo precoce è utile al bambino per aumentare la frequenza di comportamenti adattivi. I genitori inoltre possono, grazie al supporto di psicologi del comportamento, apprendere le strategie più funzionali per la gestione a casa del bambino.

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