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Jan 1970

BABIES

Febbraio 8, 2018 apprendimento, educazione, montessori, pedagogia, psicologia, sviluppo , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

BABIES

Di Thomas Balmes (2010)

 

Babies è un film-documentario in cui è possibile seguire il percorso, dalla nascita fino al compimento del primo anno d’età, di quattro bambini nati in quattro differenti angoli del mondo.

I bambini verranno seguiti giorno dopo giorno così da poter scoprire insieme a loro il mondo circostante e il piacere della crescita.

  1. Ponijao è un bimbo africano (Namibia),
  2. Byarjargal è un bambino nato in Mongolia (Byanchandmani),
  3. Mari è una bambina giapponese (Tokyo),
  4. Hattie è una bambina americana (San Francisco).

La particolarità del documentario risiede nell’osservazione di differenti culture (anche molto distanti) per arrivare poi a punti comuni a tutti i bambini, indipendentemente dal luogo di nascita e crescita.

 

La cultura africana si mostra come incentrata sulla libertà e il contatto con la natura. Il bambino è quasi nudo, cresce insieme ad un gruppo di pari a contatto con la natura e gli animali. È libero di toccare, assaggiare, leccare e muoversi come i suoi sensi desiderano. Non sembrano presenti punizioni, ma ogni azione permette al piccolo di scoprire il mondo, nel bene e nel male. Il caregiver del bambino è in modo totalizzante la madre, i cui seni risultano essere la fonte principale del benessere fisico e psichico del bimbo.

Nella cultura asiatica (nello specifico mongola) il bambino trascorre la maggior parte del tempo stretto in fasce, colpisce l’immobilità (tipica anche dei neonati italiani di metà del 900). Anche i contatti fisici e le interazioni con la madre risultano poco frequenti, anche per le incombenze lavorative di queste ultime che, dovendo lavorare per sopravvivere, lasciano i bambini in situazioni sicure ma isolati. Forte e centrale risulta essere la presenza degli animali nella vita dei bambini.

Tra la cultura americana e quella giapponese si possono individuare punti comuni: si alternano momenti di libertà di movimento del neonato a momenti più statici; il bambino viene immerso da subito nella realtà sociale e relazionale. Gravidanza e attenzione per le cure mediche sono presenti in entrambe le culture, così come la presenza di giochi ed attività strutturate e organizzate. Non sono solo i genitori (soprattutto per la cultura americana) ad occuparsi del neonato, ma anche il resto della famiglia e amici.

Comune ad ogni bambino risultano essere differenti caratteristiche:

  • La voglia di scoprire il mondo con ogni senso,
  • Il piacere di sperimentare nuove abilità e la frustrazione di non riuscire in un compito,
  • Le evoluzioni che portano il bambino a camminare (strisciare, gattonare e i tentativi di alzarsi in piedi sulle gambe).

Il documentario non vuole creare un paragone o un giudizio sulla qualità della maternità di queste culture, ma mostrare stili educativi differenti (non circa il valore). Molte mamme europee potranno raggelarsi vedendo la totale libertà del bambino africano mentre inserisce entrambe le mani nella bocca di un cane grande il doppio di lui!

Dei quattro bambini quello che colpisce è la felicità e il senso di sorpresa nell’esplorare l’ambiente, non si può indicare “il più felice” proprio perché non esiste uno stile educativo superiore all’altro. Esistono bambini che, in un modo o in un altro, riescono a raggiungere comuni tappe di sviluppo.

Strade diverse che portano però ad una comune abilità!!

 

Per vedere il trailer del film: https://www.youtube.com/watch?v=vB36k0hGxDM