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Jan 1970

Macché DSA, non ha voglia di studiare!!

Dicembre 13, 2018 apprendimento, bambini, dsa, educazione, pedagogia, psicologia, scuola, sviluppo , , , , , , , , , , , ,

“Troppe diagnosi”

“Non ha vogli di studiare”

“E’ tutta una scusa per medicalizzare la scuola”

Risulta sempre più frequente sentire queste ed altre fasi che attribuiscono ai disturbi dell’apprendimento una moda o una scusa. Per tale motivo è stato netto l’intervento dell’Associazione Italiana Dislessia nell’affermare che la legge 170/2010 sia una tutela per gli studenti con DSA ai quali vengono così date risposte alle loro specifiche caratteristiche di apprendimento. Sia la scuola che lo studente assumono un ruolo attivo nel percorso accademico, la scuola garantendo i diritti e lo studente impegnandosi a richiederli e ad individuare le strategie/metodologie a lui più efficaci.

Uno studio durato 10 anni del 1982 ha riportato che, all’epoca, i soggetti con dislessia completassero raramente il ciclo scolastico, registrando maggiori difficoltà comportamentali e di autostima (Otfried Spreen) poiché non venivano dati loro gli strumenti per affrontare compiti accademici.

Per tale motivo è evidente che l’attenzione riportata negli anni su tale tema sia di fondamentale importanza: la diagnosi viene effettuata da un team di professionisti che utilizza criteri diagnostici e test standardizzati, non è un sotterfugio per aiutare ragazzi pigri. Se la diagnosi è eseguita da professionisti e secondo certi criteri, non può esserci il rischio di “facili diagnosi”, al contrario in questo modo è possibile intervenire precocemente sul bambino ed evitare frustrazioni, ansie e insicurezze.

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