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La regolazione delle emozioni in bambini e ragazzi con spettro dell’autismo

Novembre 29, 2018 Senza categoria , , , , , ,

Nei bambini e nei ragazzi appartenenti allo spettro dell’autismo si è soliti riscontrare difficoltà nella capacità di regolare le proprie emozioni e si osservano frequentemente una serie di comportamenti problematici come irritabilità, irascibilità, e/o comportamenti autodistruttivi (alcuni autori riferiscono che tali comportamenti sono presenti nel 60% delle persone con autismo).

 

Alti livelli di ansia e un incremento delle emozioni negative, combinati a comportamenti emotivamente problematici portano di conseguenza difficoltà adattive e di relazione con i pari. Tre studi recenti si sono posti l’obiettivo di indagare il ruolo della regolazione emotiva in bambini con spettro dell’autismo.

Dai risultati è emerso che i soggetti sperimentali sarebbero incapaci di utilizzare strategie adeguate di regolazione delle emozioni (es. problem solving, richiesta di sostegno sociale, rivalutazione cognitiva, esercizio fisico e rilassamento), adoperando piuttosto strategie come l’ evitamento, la soppressione espressiva, comportamenti ripetitivi, considerate inadeguate soprattutto se utilizzate a lungo termine come strategia privilegiata.

 

Le strategie di regolazione che lavorano sulla riflessione delle emozioni precedentemente provate o su elementi che potenzialmente sono in grado di scatenare reazioni emotive risultano essere molto utili. Nello specifico si lavora con quelle a valenza negativa poiché si accompagna la persona nell’elaborazione dell’emozione disinnescando i meccanismi di evitamento solitamente utilizzati.

 

La regolazione delle emozioni sembra rappresentare un problema anche in ambito scolastico. La De Clercq nel suo libro afferma che gli insegnanti sembrano non curarsi affatto dell’assenza di espressioni emotive, focalizzando l’attenzione invece sull’espressione disinibita delle emozioni negative. Questo accade perché le manifeste difficoltà nel regolare le proprie emozioni negative rappresentano un problema indipendentemente dal grado di intelligenza della persona.

 

La difficoltà ad esprimere in maniera adeguata determinate emozioni può essere dovuto al fatto che il ragazzo non conosce altri modi per comunicare il suo disagio e concentrarsi solo sull’eliminazione di certi comportamenti inadeguati non è la strada per insegnare strategie più adeguate. L’alternativa deve essere sempre presente, per questo è importante aiutare il bambino nel processo di identificazione dell’emozione che sta provando in quel momento e, successivamente nell’acquisizione di modalità di espressione adeguate.

Vivanti afferma che la capacità di autoregolazione e regolazione reciproca può essere incrementata basandosi sulle caratteristiche specifiche del soggetto (l’autoregolazione può essere mediata da stimoli sensoriali nei soggetti a basso funzionamento, mentre i soggetti ad alto funzionamento possono utilizzare il linguaggio verbale per modulare la propria attivazione emotiva) e su un adattamento dell’ambiente basato sulla conoscenza e la comprensione della percezione e della cognizione del singolo soggetto.

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