Ascoltare la musica può aiutare una persona dislessica? NO! FARE MUSICA può migliorare le sue abilità!
Le difficoltà tipiche della dislessia non riguardano solamente l’ambito della lettura e del linguaggio, ma anche la motricità. I bambini con dislessia hanno difficoltà nell’eseguire movimenti ritmici e coordinati.
Differenti sudi hanno dimostrato un legame tra circuiti cerebrali in cui avvengono processi linguistici e circuiti ritmici legati alla sfera musicale.
Le abilità acquisite da chi suona uno strumento, tempo e senso del ritmo, possono esercitare un effetto positivo su deficit tipici della dislessia (Habib et all, 2016).
Anche in Italia si è studiato l’effetto di un’educazione musicale su 77 bambini, metà dei quali dislessici, grazie ai ricercatori del dipartimento di Psicologia dell’Università Milano-Bicocca. I dati emersi suggeriscono che la dislessia non sia solamente un problema di lettura, ma riguarda anche aspetti ritmici della scrittura e la fluidità del movimento della mano. Per tale motivo la pratica musicale potrebbe aiutare il bambino a migliorare la parte ritmica dell’apprendimento.
Questo percorso musicale utilizza un apprendimento multisensoriale: lo studente di musica deve guardare, ascoltare, toccare, utilizzare le mani e coordinare occhi e mani per la riuscita del compito.
Tali abilità e competenze verrebbero riportate di conseguenza in compiti di lettura e scrittura, facilitando il bambino nell’esecuzione di questi processi.
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